L'anno nuovo non esiste. Ma noi ci crediamo, sospesi tra passato e futuro...
Perché vivere sempre nel presente , attimo dopo attimo, pienamente consapevoli, ci farebbe palpare l'eternità, e da quella vertigine rifuggiamo.
Il nostro piccolo pianeta dall'asse inclinato ha compiuto un altro giro intorno al Sole...tutto qui.
Nell'emisfero boreale, ma lo abbiamo esportato ovunque, festeggiamo l'allungarsi dei giorni (che nell'australe si vanno accorciando) a Natale e Capodanno. I mesi hanno ancora i nomi degli Dei dell'Olimpo!
(Gli altri capodanni e calendari lunari o lunisolari sono descritti in questo articolo del Post)
Ma cosa chiediamo a un anno nuovo? Di essere migliore. Quello che non chiediamo a noi stessi.
Facciamo fuochi e boati, riti e abbuffate per gettare via e maledire la preziosa esperienza vissuta, desiderando un futuro scevro di prove da superare.
Chiediamo invece - a Dio, all'Universo, alla Vita stessa- di superare l'inevitabile: il dolore, le contraddizioni, i rancori, i lutti, le malattie, i dissidi. E chiediamoci di scegliere ciò che è meglio per noi stessi, e tutte le forme di vita.
Centrati e presenti in amore, armonia e coerenza.
Auguro solo che avvenga ciò che ci serve per tirare fuori il meglio. Di noi.
A ogni istante della mia vita dico: grazie, maestro!