Vi voglio raccontare come è nato.
La testuggine gigante di Aldabra è stata reintrodotta in varie isole dell'arcipelago, per favorirne la conservazione; si possono incontrare, libere, nell'isolotto di Moyenne.
Così, tra le molte , mi sono accovacciata a disegnare questa bellezza semi-addormentata.
Per mia fortuna, la bella addormentata resta ferma e ho modo di schizzarla sul taccuino. Non così fortunata la mia collega Maria Elena Ferrari, il cui modello decide di scagliarsi sul suo zainetto con inarrestabile energia! Capiterà anche a me con il mitico "George" di Cousin...un carro armato centenario.
Ecco lo schizzo sul Moleskine aperto; mi piaceva l'impaginazione, il fatto che la mole del carapace non fosse interamente nella pagina ; questo concentrava l'attenzione sulla dolce espressione del muso tra le grandi zampe, sulla curva delicata del collo e la piccola testa, minuscola se confrontata alla mole della "cupola" sovrastante.
Per un anno è rimasta ferma nel taccuino mentre eseguivo gli altri dipinti, e in realtà il mio progetto era un altro: il ragno delle palme sopra il Mercato di Victoria. Il progetto però è molto complesso e la mostra si avvicinava, quindi mi sono decisa a interpretare la testuggine. Non in modo descrittivo però: con la leggerezza grafica dello schizzo, ma su tavola. Il legno sta per la solidità dell'animale, ci starebbe anche...una bella lastra di lavagna.
Comunque sia, sono andata a cercarle la tavola nel materiale che io e Fabio mettiamo da parte a studio. Bene, ce n'era una del formato giusto, l'avrei preparata con gesso acrilico per darle la rugosità appropriata, ma...
girandola, ho visto che era stata un tempo verniciata di bianco, ed era tutta screpolata: perfetta!
Anche se la vernice non accoglie bene il colore, la china però attacca su tutto. Decisa quindi anche la tecnica, mi faccio fare un ingrandimento del disegno dal taccuino , e riporto la traccia con la carta grafitata.
Poi faccio degli esperimenti di sfondo con una vecchia china diluita, conservata in un barattolo, che mi regala delle vermicolazioni emozionanti. Con il phon conduco il gioco, portando il colore a ruscellare dove voglio.
Peccato che sia finito subito, e che i tentativi di ripeterla non siano stati all'altezza. Evidentemente, c'è china e china.
Passo poi a delineare il soggetto, facendo tesoro delle lezioni di Sumi-e per impugnare il pennello con scioltezza e senza timore. In poco tempo, la bella è lì, vigorosa e leggiadra.
Lo sfondo rimane troppo chiaro. Voglio che la testuggine emerga, con i suoi neri puri e tratti puliti, da un magma terroso.
Passo quindi inchiostro seppia nella parte superiore, e poi scartavetro per estrarne i margini chiari delle screpolature.
Sotto, invece, voglio un effetto di ombra ma anche di pietre, che richiami le placche dell'animale; il trucco della pellicola trasparente sopra la china diluita crea l'effetto desiderato.
Ed ora, le fasce laterali. Ho voglia di evocare la pittura cinese (con questo formato...inevitabile) ma anche la ruvida materia antica. Scartavetro le fasce laterali per farvi aderire un medium acrilico contenente pomice grossolana, che una volta asciutto dipingo di nero, ma alleggerisco con spatolature di vernice argentata: per dare luce, preziosità alla vecchia tavola screpolata, e indicare l'idea che ogni creatura è preziosa, specialmente quelle rare.
Ed ecco il risultato finale, che mi piace.
Testuggine gigante di Aldabra, tecnica mista su tavola, 40 x 100 |
La cosa però più importante per me è l'aver seguito il caso- se esiste- e l'istinto, con lo spirito del gioco e con l'emozione di veder apparire, gradualmente, qualcosa di imprevisto, in una concatenazione felice, durante la quale mi sono sentita molto "spettatrice". Soprattutto, mi sono divertita immensamente e mi sono sentita libera! Questo dovrebbe essere il modo migliore per lasciar andare la creatività! Buon 2015 di creatività a tutti!