Quando ho lanciato questo nuovo workshop sulla relazione tra piante e impollinatori, nel tempio della pittura botanica, lo Studio Arti Floreali a Roma, avevo qualche dubbio che le iscritte si sarebbero trovate a loro agio nel muovere colori e linee con ampi spazi di libertà, entro una cornice di tre passaggi: uno sfondo libero su carta colorata, un disegno botanico a china possibilmente corretto, e un insetto impollinatore o legato alla pianta, dipinto a gouache.
La pagina destra dei futuri libretti d'artista restava invece spazio creativo libero, per testi, collage, altri colori.
Il dubbio si è dissolto durante la prima lezione: ho visto tornare sorrisi su volti stressati, idee lampeggiare precise e forti, coraggio di osare e sporcarsi le mani per applicare i colori con spugne o tamponi, o appiccicare le dita con la colla.
Un ritorno al gioco che mi ha stimolata molto come docente, cercando di interferire meno possibile.
Sono convinta che questa strada appena intrapresa possa definirsi meglio ed essere percorsa da me e da chi vorrà seguirla, aggiungendo alla conoscenza della biodiversità e dell'infinita fantasia della Natura, anche la conoscenza di se stessi.