Oggi, 28 aprile, guido il gruppo a riflettere sulla linea, quel confine convenzionale che da sempre ha permesso di marcare lo spazio grafico assumendo diversi valori: positivo/negativo, chiaroscuro, texture, forma, ed energia del segno.
Per me la qualità del segno è cruciale a una buona resa del lavoro grafico; una qualità che nasce anche dalla velocità o dalla lentezza del gesto; dalla fermezza decisa oppure dalla sua irregolarità, anche cercata; dalla pressione della mano; dalla flessibilità di polso e falangi, se non gomito e spalla per le linee più ampie...per riuscire ad avvicinarsi ad una sintesi efficace di ciò che osserviamo.
La spiaggia di Punta nera , bianca e assolata, offre spunti di ginepri, pini, rocce e incannucciate per gli esploratori di linee.
Un po' di spiegazioni ed esempi, e poi ci si sguinzaglia a cercare di rendere le cortecce, il fogliame aghiforme, le spinose ondulazioni dell'Eringio, le rigorose luci e ombre sulle incannucciate erette a protezione della duna. Invito ad usare le penne a sfera, e i pennarelli a punta morbida o pen brush.
Simpatica anche la mezz'oretta di "art attack" per sciogliere la mano a fare spirali, stelle, linee centripete e centrifughe, parallele lente e veloci, fitte e rade, linee ondulate e spezzate...ottimi esercizi propedeutici.
Importante anche svelare qualche metodo per rendere il fogliame nastriforme del Pancratium, o gli scorci delle foglie.
Dopo la pausa pranzo, sistemati all'ombra di un'accogliente tettoia, si studia la vegetazione molto impegnativa della macchia mediterranea. Fa "tremar le vene e i polsi" ma ci può soccorrere il colore, dopo aver tracciato l'impalcatura grafica. Ed ecco i risultati di oggi, coronati da tuffi o passeggiate sulla scogliera, fiorita di iris azzurro.