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venerdì 15 maggio 2015

Quando vanno nel posto giusto...When they go to the right place...

Non sai mai, quando vendi un'opera, dove andrà; qualche volta la rivedi, e ti dici che la cornice forse non è adatta, o il posto, oppure sei contenta di come il cliente l'ha collocato.
In fondo non ti appartiene più...e quindi non dovrebbe importarti, no? ma l'hai fatto tu, contiene un tuo momento, anzi il tuo tempo e un po' della tua anima.

Così, è un piacere rivedere delle stampe ed originali adornare le pareti di uno studio di psicologi. Penso alle sensibilità ferite di chi va lì cercando sostegno e sollievo; e spero che, nell'attesa, gli acquerelli e l'olio scelti dalla cliente servano a rasserenare un pochino.
Mi dice che sono apprezzati.





when you sell a picture you don't know where it will exactly go. You might meet it again, and then maybe the frame isn't just right, or the position could be better; or else, it's been really well placed. After all it's not yours anymore, so why worry? But actually you made it,and it holds part of your time and a slice of soul, too.
So when I  met my pictures in this psychologist's studio I was happy to see these prints and originals in a space where wounded souls come to seek comfort; and I hope that, just a little, these images might help.

lunedì 27 aprile 2015

Il Museo delle Mura, Porta San Sebastiano, Roma.

47° sketchcrawl  internazionale in un luogo magico per la storia, il calore dei materiali, la natura intorno. E la compagnia di altri disegnatori, tutti pacificamente intenti a dialogare con lo scorcio prescelto, e rubarne un pezzettino da mettere sul foglio di carta. Furto di immagine, lascito di interpretazione.

martedì 21 aprile 2015

C'era una volta...Once upon a time...

Questo è il bozzetto per il lavoro di ammissione all'Accademia di Belle Arti che affrontai nell'ottobre 1981, a  18 anni. Il tema era una decorazione per la sala d'attesa di un aeroporto. Amavo Chagall e ho pensato a un viaggio fiabesco nell'immaginazione, nei simboli, nei materiali, che tenesse gli occhi  e la mente occupati a fantasticare prima del check-in.
Forse non ho neanche pensato: ho solo liberato la mia fervida fantasia.

Quello stesso giorno conobbi il ragazzo che sarebbe divenuto mio marito.

Quante pelli ho cambiato da allora? Quante me stesse ho liberato, o invece costrette al silenzio?
Scrivevo poesie, forse anche belle, ma...non potevo farne a meno, germogliavano nella mia mente. Poi le scelte, l'illustrazione naturalistica, la pittura della natura. Per vocazione, per passione e per servire la  causa.
Amo le occasioni in cui posso di nuovo far lavorare una creatività dalle forme un po' più audaci e dalle tecniche sperimentali.
Posterò ogni tanto un lavoro dal passato.
Credo serva per capirmi, nel mio procedere con passo da lepre, saltellante a zig-zag.

This is the draft for the admission exam to the Fine Art school in 1981. The requirement was for a decoration to be installed in an airport lounge. I was 18,  loved Chagall, and I thought of an imaginary trip through symbols, materials, stories, that would keep people's minds wondering before check-in.
On the same day I met the boy who I married later on.
How many skins have I changed since?
I used to write poems; actually, I couldn't help it. I  let my imagination run wild.
Then I chose nature illustration, nature painting. I chose it mostly as a call, for my great passion, and partly hoping to be useful.
Some of my old selves were silenced.
I still love the opportunities where my creativity can be pushed in new forms and techniques.
I will post, from time to time, a work from the past.
I think it will help me understand my proceeding like a hare, zig--zagging along.

mercoledì 15 aprile 2015

Palma di Villa Pamphilij

Venerdì, che bello, riprendono le lezioni all'aperto a Villa Doria con l'Associazione Culturale Time4you. E oggi, al corso del Casaletto, per la flora e fauna di Roma abbiamo lavorato sulla Palma delle Canarie e sul punteruolo rosso, ahimé. C'è anche lui ed entrambe sono specie alloctone, la seconda decisa a sterminare la prima...
Così ho tirato fuori un piccolo studio realizzato 2 anni fa proprio a Villa Doria Pamphilij.

domenica 12 aprile 2015

Riprendono i venerdì in Villa

Da venerdì 17 aprile riprendono le lezioni di acquerello en plein air nella storica  Villa Pamphilij, a Roma (zona Monteverde). Tutte le informazioni in locandina. Aperto anche ai principianti!

Vi aspettiamo con l'Associazione Culturale Time4you. Prenotatevi!

lunedì 30 marzo 2015

Sul verde , qualche consiglio-

Il verde è un altro "colore-concetto" tra i più duri da smantellare. Poiché la scatola dei pigmenti ce ne fornisce un paio, uno caldo e uno freddo, il principiante tende a usarli puri, spesso con esiti lontanissimi dalla delicata sfumatura che ha in animo di ricreare.
Le ombre dei verdi sono un altro capitolo; generalmente fredde, se l'illuminazione è dal nostro lato, diventano calde se il  sole li attraversa , che sia una foglia, o un albero, o la macchia mediterranea come in questo caso.
E' importante scegliere colori trasparenti per le aree illuminate, per sfruttare il bianco della carta. Si distinguono anche quando il godet (la pasticca di acquerello) è asciutto, perché appaiono lucidi e quasi neri (assorbono le radiazioni luminose); quelli opachi, invece, appaiono del colore che poi vediamo quando lo stendiamo sulla carta. I gialli , che sono tinte luminose, sono però per lo più opachi.
Le sfumature fredde e scure si ottengono con aggiunte di indaco o grigio ma anche viola; quelle calde e scure possono partire da un viridian ma con l'aggiunta di rosso cadmio, o- con molta cautela- terra di Siena e altri pigmenti caldi. Anche nero e giallo danno dei bellissimi verdi oliva cupi.

Per esercitarsi con i verdi potete seguire i passaggi indicati in questo link e, come vedete nella seconda foto, sono esercizi estremamente utili!

Acquerello di Concetta Flore, macchia mediterranea in controluce.
La macchia in controluce, ma con il sole alto, brillava per via delle foglioline cerose della maggior parte delle specie; i verdi erano un po' tutti scaldati dal sole, ma ce n'erano di più tenui e di più brillanti.
Ho l'abitudine di forzare un po' le varie sfumature, per differenziarle maggiormente sulla carta. Credo che questo restituisca, con il mezzo sintetico di cui disponiamo, la stessa varietà che vediamo più analiticamente in natura.
Il margine bianco che ho lasciato intorno ad alcuni arbusti  è quindi una sintesi, un'interpretazione che ridona lo sfavillìo delle foglie al sole.
applicazione pratica della lezione sui verdi.

venerdì 20 marzo 2015

Bianco o non bianco, questo è il dilemma. White or not white, this is the question.

dimostrazione ad acquerello da foto, per il corso

Il rapporto tra la luce e un soggetto bianco, come la garzetta, è di straordinaria varietà a seconda che la luce accarezzi, colpisca o attraversi le penne del piccolo candido airone.La luce è la vera artefice di ogni sfumatura e colore, e con la sua negazione- l'ombra- gioca vittoriosa su tutte le superfici visibili, creando gamme sempre variabili.
A maggior ragione, per alcuni è difficile riuscire a vedere "tutti i colori del bianco" per la predominanza del pensiero simbolico (emisfero sinistro) che "ordina" agli occhi di vedere bianco laddove, in realtà, c'è molto giallo, o grigio bluastro, o altre sfumature. Questo fenomeno è stato chiamato da Betty Edwards "costanza di colore"( L'arte del colore, Longanesi). Miscelare terre o violetti per un soggetto bianco incontra molte resistenze  tra i miei allievi, quasi timorosi di trasgredire ...
Questa semplificazione del concetto di colore è quello che fa impazzire i principianti nella ricerca dei verdi, altro colore "bloccato" dalla mente in una parola monolitica che, in realtà, contiene migliaia dii sfumature.
Domani faremo lezione sui verdi al CEA Litorale romano, spero di postare dei bei risultati.

Foto di L. Andena 
foto  ibc.lynxeds

The relation between light and a white subject, as this egret, is of an extraordinary variety depending if the light caresses, hits or goes through the feathers of the small heron. 
Light is the true maker of any hue and color, and, together with its opposite- shade- plays and wins over all visible surfaces, creating ever-changing hues.
Nevertheless, some have difficulty in seeing "all the colors of white" because of the dominating symbolic area of our brain- the left side-that "orders" the eyes to see white when, really, there is a lot of yellow, or grey-blue, or other shades.This phenomenon has been described by Betty Edwards in The art of colour .My students are wary of mixing earths or greys onto a "white" subject; they seem afraid of committing an offence. 
This mental block towards the concept of  color  makes life very difficult for  the beginner  who is, typically, trying to reach an appropriate green; another color embedded as a monolyth in the mind, while in itself it contains thousands of hues.