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martedì 10 ottobre 2017

Con Ars et Natura in Finlandia- sesto giorno

Il freddo di ieri ha mietuto un'altra vittima, e a Fabio influenzato da giorni si aggiunge Federico, dolorante.
Peccato per entrambi; anche se il tempo è brutto nell'unica giornata in cui il meteo annunciava del sole, si va di buon'ora al Parco di Hossa, per una gita in battello sullo Julma-öllky.
Il cielo grigio, l'aria immobile, l'acqua uno specchio: atmosfera sospesa, rotta solo dai nostri salvagenti sgargianti mentre la barca comincia a scivolare in questo fiordo d'acqua dolce.
L'imbarcadero




riflesso dei massi di granito



Passiamo sotto un ponte tibetano, passione dei finlandesi;ammiriamo le rocce scure dove le betulle ed i sorbi riescono comunque ad attecchire e crescere.


Le foglie d'oro sull'acqua nera, nell'ombra dei cigli, creano un contrasto prezioso. 
I camminatori ci salutano dall'alto ; ieri una persona è caduta da lassù, ma fortunatamente è stata salvata e non è grave.
La pioggia ci facilita il rientro; questa gita, organizzata da Kari Kantola, rettore del Kuusamo-Opisto dove alloggiamo, è solo una delle tante occasioni che ci vengono offerte da un'organizzazione generosa e impeccabile.
E infatti, dopo una breve sosta caffé al Hossa Nature Centre

installazione fatta con lavori dei bambini realizzati con riciclo

Ci muoviamo di nuovo, per pranzo. Kari porta con sé una zuppa di salmone e patate da scongelare sul fuoco...

Arriviamo ben presto sulle sponde di un laghetto, che vanta un enorme rifugio, adatto a comitive ben nutrite. Mentre Kari fa lo chef, io mi avvio a passeggiare intorno al laghetto, godendo la pioggerellina, la quiete,i colori della ruska nel sottobosco, e i mirtilli...che mangio a manciate, golosamente.






Al rifugio il pranzo è pronto, ottimo e abbondante.
Subito dopo abbiamo un po' di requie dalla pioggia e un pochino di tempo prima del rientro. Io e Anne ci mettiamo a dipingere i colori fiammanti delle foglie di mirtillo, cranberry e altre piante.

Non è facile distinguere una piantina dall'altra in questa torbiera vibrante di colori, perché ognuna porta foglie verdi, gialle o rosse... e alla fine un piccolo acquerello realizzato in mezz'ora è quello che mi resta di questa fantasmagoria di colori. 
E ci dicono che ancora non è nulla!

domenica 8 ottobre 2017

Con Ars et Natura in Finlandia: quinto giorno

 La mèta di oggi, 11 settembre 2017, che alcuni di noi già conoscono bene, è il Päähkänäkallio, punto fantastico e famoso da cui si gode una vista sulle anse del fiume Kitka.
Ci sono stata dieci anni fa , in estate, e ricordo il caldo, il muschio secco che crepitava sotto i piedi. Credo che al sole facesse più di 30 gradi.
Non oggi!
Dopo la partenza di Alessandro, Renato, Marco e Alessandra siamo rimasti in sette. Partiamo, zaino in spalla, dopo aver parcheggiato il pulmino, guidati da Kari. Il terreno è mosso, tra discese e salite; incantevoli i colori del sottobosco.
stagno nel bosco





La strada non è molta, e i sentieri ben tenuti, ma il breve tratto in salita per giungere al belvedere è irregolare e umido; scivolo, cado, ma per fortuna non è niente.
Siamo ricompensati dalla veduta bellissima che si apre sotto di noi.
Inutile dire che il vento  che si incanala nella gola e ci colpisce in faccia è freddo, ma almeno non piove; scegliamo le nostre postazioni, e ci accingiamo a dipingere.
Io e Federico Gemma
Qualche goccia di tea-tree oil sul viso, e anche il disturbo delle zanzare è evitato. Scelgo di nuovo di lavorare con i colori coprenti su carta colorata; un foglio giallino renderà benissimo il calore delle foglie ormai autunnali, ogni giorno più gialle dove predominano le betulle.
La luce fredda, quasi livida, smorza l'effetto, ma crea un gradevole equilibrio tonale.



il fiume Kitka
Un'ora e mezza in quelle condizioni, e il disegnatore comincia a cedere...Kari ci invita a scendere  giù al fiume, lungo il Kaarhunkierros (il sentiero dell'orso, un cammino molto lungo) per il pranzo accanto al fuoco, con salsicce rosolate tra le pietre davanti al rifugio, e caffè caldo. Mi astengo dalle prime ( cerco di non mangiare carne) ma non dal secondo!
Il giovane Luca Baldi, Kari Kantola, Anne Shingleton e Federico Gemma

tipico rifugio, dove trovi legna tagliata, attrezzi e riparo.
L'ansa vista da sotto

Risalendo, Federico vede un ermellino in livrea estiva, che ci osserva da sotto la scaletta di legno che riporta in quota. E' l'unico animale che vediamo in tutta la mattina, tranne i corvi, rari ma sempre presenti.

La giornata prosegue con la visita alla galleria di due artisti locali.
 Una coppia molto affiatata: lui scolpisce il legno, lei dipinge. 
Sono arrivati all'espressione artistica dopo la pensione. 
Il momento più simpatico è quando lui ci mette in mano degli strumenti molto semplici, che evocano i suoni della foresta: formiamo una piccola banda dal sound originale!
Tornati a casa abbastanza stanchi, ci cambiamo e andiamo, con i colleghi finlandesi, in un magnifico ristorante centenario, fatto di enormi tronchi incastrati, per la cena , offerta dal Sindaco di Kuusamo per ringraziarci del libro e del progetto. 
Fabrizio Carbone, un po' meno claudicante dei primi giorni, è l'ospite d'onore e mostra il suo taccuino a fisarmonica, straripante di colori, intuizioni e freschissime immagini di natura.

Il cibo, come sempre, è ottimo, con grandi porzioni di pesce di lago arrostito, e in nostro onore, viene offerto vino italiano.

mercoledì 4 ottobre 2017

Con Ars et Natura in Finlandia: quarto giorno

Scusate il break, ma sono di nuovo partita per qualche giorno...
Eccomi qui.
Mattina di lunedi, tempo di briefing con Kari Kantola e gli  artisti finlandesi coinvolti nel nostro progetto: lo scultore Raimo Jaatinen, la sua assistente Suvi Forssen, un altro scultore Jyrki Poussu e la sua compagna pittrice 
Sirja-erika Virpikari. Ci ospita l'aula di arte nel nostro cottage, spaziosa e luminosissima.
Bisogna cambiare i programmi: per via del clima sfavorevole, salta il soggiorno alla farm del Näränkä Park. Siamo tutti d'accordo: meglio rinunciare che inzupparsi e patire il freddo.
Successivamente si torna alla mostra per la conferenza stampa. 
Un solo giornalista della testata locale che deve affrontare tutto il gruppo...
Abbiamo portato gli schizzi prodotti in questo breve tempo, è molto interessato e promette un articolo per mercoledì. 
Poi si va alla volta della Poro Farm, l'allevamento di renne. 
Avevamo chiesto di poterle studiare, anche se in questo periodo sono a pascolo brado e si incontrano continuamente a bordo strada.
Sono pericolose per chi guida, perché possono attraversare all'improvviso.
L'accoglienza è molto calorosa, come sempre da quando siamo qui. I finlandesi sono ospitali, gioviali e aperti.
Bevande calde, biscotti serviti nel nuovissimo capanno con camino centrale e pelli di renna ovunque; e una spiegazione sulle marcature delle orecchie, la gestione delle greggi con risposte alle nostre domande dai due giovani allevatori. 
La ragazza è anche un'ottima disegnatrice- di renne.

E poi ci aspetta una passeggiata in discesa nella brughiera fiorita e colorata, per arrivare all'area recintata. Basta il suono dell'avena nel secchio, per far arrivare al galoppo le pacifiche bestie, le cui corna  sono ancora coperte di velluto.
Comunque non hanno intenzione di usarle contro di noi😀.

Il problema è che il lichene, cibo preferito da loro, è in drastica diminuzione, perché le foreste vengono tagliate a un ritmo troppo veloce per permettergli di ricrescere: quindi le renne ora sono nutrite dall'uomo, con ben altri costi.

Un altro animale che viene nutrito dall'uomo, ce ne accorgiamo ben presto, è il temibile moscerino che accompagna le renne e le non meno simpatiche zanzare.
Io fotografo una renna
Le bolle rosse dei giorni successivi, sulla fronte, testimonieranno il nostro sacrificio nello stare fermi a disegnare, mentre le renne, tormentate anch'esse, scartano e corrono per eludere i pizzichi!
A un certo punto la coltre di nubi si apre, e per un momento vediamo la luce del sole dipingere di giallo il prato e di azzurro il cielo.
Ma è un istante, e passa veloce.
Anne Shingleton e Elisabetta Mitrovic
Ecco qualche mio studio e un disegno, realizzato due giorni dopo, con uno stile diverso; per semplificare al massimo, mettendo tuttavia in evidenza l'eleganza delle linee e i volumi del quadrupede.



Successivamente il programma prevede una visita in un altro luogo di natura, e Kari ci porta a vedere un piccolo lago molto suggestivo, immerso nella foresta. Un raggio di sole  si disegna sulla costa opposta; abbiamo poco tempo e butto giù un appunto, a tempera su carta blu scura, mentre il  lago, da specchio, si increspa con l'arrivo del vento, e il cielo si richiude lasciando un ricorso di azzurro intenso...


Dopo cena, una conferenza tutta per noi di Jouni Alavuotunki sui miti dei Sami (Lapponi) specialmente connessi con gli animali, l'Orsa Maggiore, i regni di sopra e di sotto cui lo sciamano accedeva entrando nell'anima di un pesce o un uccello...semplice ma stimolante.

mercoledì 27 settembre 2017

Con Ars et Natura in Finlandia: terzo giorno

Domenica 10 settembre è un giorno molto atteso.
Il pomeriggio, infatti, molti di noi si sono prenotati per andare al capanno degli orsi, gestito da Pekka.
In mattinata, mentre Alessandro e Kari vanno a visitare un sito molto bello, in Russia, dove nidifica il falco pescatore, e un altro gruppetto esce con il cannocchiale e osserva un bel gruppo di smerghi minori su un lago, io decido, con altri, di andare alla Kuusamo Hall a vedere le proiezioni di Hannu Hautala sul picchio nero, magnifico uccello che lui conosce e documenta da anni. Da noi si trova nelle regioni alpine.



Slides emozionanti, mentre il grande fotografo finnico parla nella sua lingua, ma poco, com'è suo stile: parlano le immagini. 
Non solo quelle eccezionali  del picchio, ma dei dettagli, nel contesto del suo habitat. Partecipo con vero piacere.
L'errore è stato quello di restare per il secondo intervento, di un altro oratore: un fiume di parole a noi oscure, poche slides di motoslitte affondate nella neve, e le immagini di natura tirate via...!
Il pranzo, a buffet servito nella mensa del college, come sempre tra le 11 e le 11,30, ci rifocilla; andiamo ad irrobustire il nostro abbigliamento già pesante, perché il capanno degli orsi non è riscaldato, fa freddo e tira vento. E, naturalmente, pioviggina...
Ore 14,00: si va a orsi!
Pekka, gioviale e alto, di mezza età, ci fa strada nei 45 km da Kuusamo verso il capanno che ha costruito con un accordo, su terreno di un privato.
Abbiamo tutto il materiale da disegno, calzamaglie e cappelli di lana, quando attraversiamo i 300 metri di bosco tra il parcheggio e il riparo; bosco che pullula di orsi, e ne vediamo impronte fresche nel fango. Freschissime. Ma noi non abbiamo paura!
Arrivati al capanno-che è doppio, con vari affacci- ci rendiamo conto che:
se teniamo i vetri chiusi, saranno rigati di pioggia e non vedremo nulla;
se li apriamo , vento freddo e pioggia entreranno e ci bagneranno i fogli.
Dobbiamo scegliere la seconda opzione.
Il paesaggio che si mostra ai nostri occhi è una landa aperta, con un albero secco in mezzo; a sinistra c'è la foresta, e molto lontano altre file di alberi. Gabbiani e corvi imperiali in attesa a terra, e, su un albero, l'aquila di mare dalla coda bianca, con un giovane.
Tutto è bagnato, fangoso, e la luce fioca: il capanno è al buio.
Pekka ci rassicura che gli orsi arriveranno;
suo figlio ha sparso scarti di salmone un po' dappertutto, appendendone anche agli alberi.
Ci appostiamo: più fortunati quelli che hanno scelto le finestre verso il bosco. Poco dopo Pekka esclama: bear!
All'inizio, tra i tronchi scuri e distanti, non vedo nulla.
Ma poi una massa enorme, rotondeggiante, colore del fango, si muove e si affaccia sulla radura. 
E poi, un'altra, e un'altra...

Ma appena la poca luce sfiora quelle montagne di pelliccia, un morbido riflesso dorato si disegna sulla groppa, la testa e le scapole.

Ho con me solo la compattina e il cellulare.
 Non riesco a gestire il binocolo, una fotocamera più evoluta e i pastelli oltre che il guanto! 
Non ho tre mani, e neanche due: ne ho una, da sempre, e qualche limite me lo impone.
Quindi scelgo l'emozione del disegno. 
Avevo già fatto degli schizzi di Yoga, un'orsa marsicana "difficile" che vive in un recinto al Parco d'Abruzzo, ma molti anni prima e molto da vicino.
Qui si trattava, vedendo poco e male, di affrontare dei giganti lontani, in movimento e interazione. Dopo i primi tre, altri erano entrati in scena, anche una femmina col piccolo, prudentemente lontana dai maschi. Totale: 11.

Voglio solo disegnarli, entrare in quello stato di grazia che è il rapporto tra occhio, mano e soggetto, qualcosa di profondo, inspiegabile e creativo, che mi emoziona e da' il benessere unico della concentrazione totale.

Dai primi  goffi schizzi a matita, capisco che l'umidità fa rifiutare alla carta perfino una mina morbida come la 2B: traccia segni evanescenti.

Passo quindi ai pastelli secchi, miei fidi compagni di viaggio,la cui morbidezza ben rende il soffice mando dei plantigradi grassi e pacifici.

Le loro masse sono eleganti, le linee fluide: un piacere. Ma la luce cala sempre di più...
Voglio passare al colore. L'albero mi invita al confronto, verticale con orizzontale, una grandezza vegetale che ridimensiona la massa dell'orso.
Ma mi rendo conto, con molta stizza, che ho dimenticato di prendere la lampada frontale, che avevo appositamente portato da Roma! 
Come fare a scegliere il colore giusto, se non lo vedo?
Comincio comunque, accanto ad Anne; poi il proprietario del terreno, molto contento di vedere qualcuno che disegna, mi fa luce col suo cellulare. Risolto! Procedo spedita, ma intirizzita. Ecco il risultato.

Dopo un po' gli orsi spariscono, e anche se Pekka dice che torneranno e si avvicineranno, io ho lasciato il marito al college con la febbre e vorrei non ammalarmi pure io! Quindi io e Anne approfittiamo di un passaggio di Kari, che deve portare Renato all'aeroporto, e rientriamo. 
Diluvia a Kuusamo, e dobbiamo fare la spesa e la cena per tutti. Quindi, nel nostro migliore abbigliamento da cerimonia, con la mantella di plastica e gli scarponi, andiamo al market... Vi risparmio la foto perché Anne potrebbe denunciarmi!!!😃😃😃
Chi è rimasto al capanno ha potuto effettivamente godere la vista degli orsi vicini, anche con i piccoli. 
Foto di Federico Gemma (part.)

E al ritorno hanno trovato un'ottima cena calda !