Quando si inizia un acquerello, si parte generalmente da un foglio di carta. Bianco. Ed è per sovrapposizione di trasparenze che si creano i valori cromatici. Come dire: in principio era il bianco.
C'è qualcosa di sacro nel foglio intatto, o la tela vergine, che non vorresti mai "sprecare", sporcare, perché quel silenzio è in attesa di un significato; e darlo spetta a te, disegnatore, pittore, grafico.
Per questo uso delle citazioni bibliche, perché ogni creazione, anche minima, rispecchia La Creazione. E porta forti simboli al suo interno. Onoriamo la creatività!
Quindi, in principio è il bianco, e i colori, e l'acqua, e i pennelli. E la mano.
Oggi dipingo un fiore di cisto bianco (Cistus salvifolius), da una foto con un forte contrasto tonale. Senza un minimo di contrasto, non c'è un vero dialogo tra gli elementi del dipinto. In genere il bianco della carta è sufficiente a far risaltare qualsiasi sfumatura, ma dipingere il bianco- o quello che il nostro cervello chiama tale- è possibile solo se dialoga con altri valori tonali.
Separare la notte e il giorno, il buio e la luce, lo scuro e il chiaro...
Uso una carta Artem- una cartiera di Fabriano- soffice e delicata, lenta ad assorbire. Bagno intorno al fiore, creo un verde e un seppia, applico prima il verde, lo lascio spandersi, e poi "ritaglio" le foglie con lo scuro, quando la carta è più asciutta e controllo meglio i margini. Si crea il positivo con il negativo.
Se avessi avuto paura del foglio bianco, non avrei mai imparato a dipingere...
E a ri-creare il Creato, a modo mio, per onorarlo: che è il profondo impulso che muove tutti gli artisti naturalisti.
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