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lunedì 17 gennaio 2022

E in cielo migliaia di storni...



15 gennaio 2022. Uno splendido pomeriggio di sole, caldo. La piazza San Giovanni in Laterano fiorita di volti sorridenti, colori, tappeti a terra, voci,  serenità. 
Un'energia tranquilla, festosa e determinata, senza paura e cupezza, o rabbia.
L'elicottero ha volato per quasi un'ora, annegando l'audio dei relatori. Qualche frase qua e là l'ho colta e appuntata.

Emozionante l'arrivo dei tre ragazzi partiti a piedi da Scanzano Jonico il 1 gennaio, con le tende, per arrivare oggi in piazza alla manifestazione in difesa delle libertà costituzionali. I trasporti "pubblici" sono vietati ai cittadini diversamente sani. Sono andata a donargli un sacchetto di amaretti, che avevo portato per loro. 
Poi mi sono seduta con gli altri, a distanza, e ho tirato fuori le penne bic colorate, con il sole negli occhi.

Quando mi sono alzata per andare via la luna era alta e quasi piena, e milioni di storni attraversavano il cielo come un nastro vibrante. Un volo immenso, vertiginoso. Eravamo tutti con gli occhi alzati verso quel cielo limpido.

Non posso limitare la mia attività artistica, fingendo di non vivere in un periodo epocale, che sarà descritto nei libri di storia, comunque lo si voglia interpretare. 

Né mi illudo che tutto torni come prima, perché eravamo comunque a bordo del Titanic, lanciati a tutto vapore verso il profitto infinito...

Faccio parte della minoranza, attualmente discriminata, esclusa, temuta, censurata, disprezzata e additata con variopinti aggettivi, un unico epiteto, e inascoltata. Un'esperienza molto formativa per me, che sono sempre stata una "brava bambina".

Eppure in due anni di pandemia ho letto, studiato, approfondito, vagliato e dubitato, trovando tracce importanti da seguire, con tanta fatica. Dati spesso taciuti e statistiche manipolate, scienziati e sanitari "eroi" radiati, gente onesta privata del lavoro e del reddito, cure domiciliari negate, tagli alla sanità...il coma della democrazia parlamentare e le tante promesse false, che trovano ora un comodo capro espiatorio. 

Sento visceralmente di voler proteggere la mia salute fisica, spirituale e mentale, con metodi che ritengo appropriati alla mia sana e robusta costituzione, e non mettendo alcuno in pericolo. Non sfido il virus, ma non mi piego a vivere in paura.

Perché da un'emergenza si passerà a un'altra, e se la paura diventasse, come per tanti è già, un modus vivendi, cosa vorrà dire "vivere"?

E sento che la nostra piccola, granitica resistenza e forza amorevole sarà quel primo mattone, per ricostruire sulle macerie di una politica e di un potere che non ci ha protetti o curati, ma ci ha voluto divisi, militarizzati e terrorizzati, per passare nottetempo riforme che avrebbero scatenato ben altre energie.

Ricostruire il tessuto sociale e la solidarietà, come alla fine del fascismo. Ridare la bellezza alla vita. Questo, con i colori, e gli occhi al cielo, si può fare. Da oggi.




2 commenti:

  1. Grazie Conci, grazie anche per aver dato voce a noi!

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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